Il periodo precedente e successivo il capodanno 2011 fu un vero disastro. Mi rivolsi dapprima alla nostra bravissima veterinaria, Simona, che all’epoca aveva come paziente anche Lilla, la nostra gattina di famiglia. Lei con grande pazienza e dedizione ha sempre cercato di aiutare Pacone, ma non avendo ai tempi competenze in ambito comportamentale non potè che raccomandarci a un suo collega.

Tramite un Medico Veterinario Comportamentista iniziai un lavoro sulla relazione e sulle fobie di Paco. Il lavoro si basava su un testo riconosciuto a livello internazionale. Io e Paco ci cimentammo per mesi nel seguire il “Protocollo per la deferenza”. Si trattava di chiedere un seduto al cane e poi allontanarsi, muoversi da e verso il cane, intorno al canile, per la casa, provocare rumori come il suono del citofono, ecc. e ricominciare daccapo se il cane si fosse alzato. Il tutto andava fatto (letteralmente!) con un cronometro, dal momento che gli esercizi avevano delle tempistiche indicate con estrema precisione.
Paco, con pazienza, si sedeva e iniziavamo… con sessioni sempre più lunghe… 5 minuti, 10 minuti, 15 minuti… ogni giorno. Dopo alcune settimane iniziavo a vedere i primi risultati: stavo dimagrendo, il girovita diminuiva, i polpacci iniziavano a diventare più tonici 🙂 Per Paco, ovviamente, non cambiava assolutamente nulla 🙁
Non essendoci risultati, a Paco fu prescritto un antidepressivo, il Clomicalm. Nutrivo ancora la massima fiducia nei confronti dei veterinari e di chi poteva e doveva saperne più di me, quindi iniziai a somministrargli questo farmaco psicotropo. Purtroppo anche in questo caso non c’erano miglioramenti sulle fobie, in compenso Paco iniziava ad avere ogni tanto dei comportamenti inquietanti. Si comportava come se ci fossero altre persone in casa. Escluso il fatto che in casa mia ci fossero presenze paranormali con cui il mio cane interagisse… potevo solo dedurne che avesse le allucinazioni… Siccome neppure in questo modo c’erano netti miglioramenti, mi venne proposto di passare alla fluoxetina (il Prozac) e in quel momento iniziai a nutrire dubbi sul percorso intrapreso.

Sospesa gradualmente la terapia, mi rivolsi a un centro cinofilo. Conobbi Marco, un personaggio: non si capiva se fosse un istruttore cinofilo, un Alpino, un anziano con la pipa, un volontario della Protezione Civile o l’insieme di tutte queste cose.
Mi parlarono bene di quel centro cinofilo, ero speranzoso. Grazie ai passaggi in auto di mia sorella portavamo Paco, il quale veniva sottoposto a una immersione (flooding) nei rumori che lo spaventavano e io avrei dovuto far finta di nulla anche si fosse spaventato e farlo continuare a passeggiare a costo di costringerlo. Mi dissero che la pettorina Julius K9 era “una cazzata” e dovevo usare solo collari. Paco era abilissimo a sfilarsi qualsiasi collare anche ben stretto, tanto che ero arrivato a mettergli due collari contemporaneamente!
Inoltre i “compiti a casa” constavano nel solito “Protocollo per la deferenza” e “Regressione sociale guidata”, del farlo mangiare dalle mie mani al Valentino in posti o situazioni che lo mettevano a disagio.
Le fobie non miglioravano (col “senno di poi” e le competenze acquisite in seguito potrei dire: ovviamente), Paco era spesso nervoso e diverse volte mi aveva morso. Allora l’istruttore aveva iniziato a dire che non mi impegnavo a sufficienza, che non cambiavo, che non fossi “abbastanza simpatico” per Paco perché risultavo essere un “palo della luce con le ruote”. Sulle prime ero risentito per questa definizione, solo in seguito ho iniziato a riderci e sinceramente a pensarci mi viene da ridere ancora adesso 🙂

Un giorno di ritorno dal centro cinofilo, nel farlo uscire dall’auto, Paco mi riempì un braccio di morsi. Mia sorella era terrorizzata e arrabbiata con lui. L’istruttore, consultato telefonicamente, consigliava di chiamare il cane e far catturare Paco e lasciarlo poi in canile. Non ci avrebbe più seguito e disse addirittura sarebbe stato meglio farlo sopprimere. Avevo chiamato Mirella, anche lei mi consigliava di farlo catturare e che poi sarebbe venuta a riprenderselo e riportarlo a Baulandia. Anche mia madre era arrabbiata e delusa di Paco, saputo dell’incidente.
Io ero letteralmente furioso! Ma non con Paco: con tutti gli altri! In quella situazione, paradossalmente, ero rimasto l’unico a difendere Paco! Se non mi fossi impuntato quella volta, sarebbe finito nuovamente in canile. O peggio.
