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In memoria di Paco

Questo sito è dedicato a Paco, cane buono. Un cane qualsiasi, adottato in un canile qualsiasi a causa di una serie di coincidenze. Il mio primo cane, un cane che ha sofferto e che mi ha insegnato molto. Un cane che mi ha fatto crescere, grazie a lui ho fatto tante cose, conosciuto tante persone con le quali sono rimasto in amicizia ancora adesso. Su questo sito vorrei raccontare la sua storia e offrire nel mio piccolo qualche contributo alla cinofilia, quanto meno a chi si dovesse ritrovarsi nelle stesse situazioni.

Questo sito è ancora in costruzione. Si tratta di 8 anni di vita da raccontare e ricordare con fotografie e brevi video. Non so ancora se la storia di Paco sarà un semplice blog o un vero e proprio web book, ma sicuramente mi ci andrà tempo a scriverla. Un ricordo per volta, un capitolo per volta.

Annalisa

Annalisa (che solo “da grande” ho scoperto in realtà chiamarsi Anna Lisa) è mia sorella. Quando andai ad adottare Pacone, mi accompagnò lei al canile Baulandia, anche perché non avevo ancora l’automobile ne la patente. Ci accompagnò lei presso centri cinofili e istruttori quando emersero problemi e fobie di Paco. Quando presi la patente, mi aiutò lei a comprare la bellissima furgonetta rossa che diventò di fatto “l’auto di Paco”.

Con Annalisa andavamo a fare parecchie escursioni con Paco, soprattutto in Valsusa, anche quando già avevo l’automobile. Veniva con noi anche alla piscina del Centro Cinofilo 4 Zampe di Pancalieri. Ma soprattutto Pacone adorava Annalisa come nessun’altra persona. Forse gli rimase impressa dal giorno dell’adozione. Comunque bastava pronunciare il suo nome affinché Paco si attivasse, correva per casa e andava alla porta ad aspettarla. E ogni volta che veniva a trovarci o veniva con noi, per Paco era una festa! Spesso mi chiedessi se fossi davvero io la figura di riferimento per Paco o se fosse Annalisa!

Ricordini…

Vorrei condividere alcuni piccoli ricordi di Pacone, piccole storie talvolta senza immagini. Non sempre ho scattato foto di Paco o con Paco perché non ne ho avuto la prontezza, non era consentito in quella circostanza o semplicemente non mi sembrava una circostanza da foto ricordo…

Paco, le elezioni e i referendum

Ricordo quando ancora andavo a votare, portavo con me Paco. Il mio seggio era nel liceo Vittorio Alfieri, un liceo classico nei pressi del Valentino. Entravo e subito i Carabinieri chiedevano se fosse un bravo cane, la risposta era scontata e poi si vedeva. Non potevo portarlo in cabina, doveva aspettare fuori dall’aula. E vi chiederete: “come facevi?” Facile! Tante persone hanno cani a Torino. Non c’era neanche bisogno che chiedessi! C’era sempre qualcuno che si offriva di tenerlo “anche io ho un cane, vuole che glielo tenga io?” e poi tutti i vari complimenti “che bravo” ❤️

Paco, le pipì e il vecchio cinofilo

Pacone era un gran marcatore, in città gli spazi erano ristretti e spesso venivo ripreso per le pipì. Sui muri dei palazzi non poteva farla perché altrimenti dei condomini infuriati inveivano dalle finestre. Sulle auto non poteva marcare altrimenti automobilisti infuriati mi avrebbero insultato e minacciato. Sui bidoni della spazzatura non poteva farla perché in quel caso venivo redarguito dai vigili. Così se vedevo qualcuno e Paco stava per farla, lo tiravo via. E così feci un giorno, quando viddi passare un anziano. Ahimè gli anziani hanno sempre avuto molto di cui lamentarsi e non sempre amano i cani. Tirai via Paco e l’anziano mi redarguì: “noooo perché lo tiri via?!?! i cani devono poter marcare, devono poter annusare, non dovete tirarli”. Fui sorpreso, spiegai la situazione a quell’anziano e parlammo per un bel po, mentre fece qualche carezza a Paco. Era un vero amante dei cani, ma cosa che ancor più mi lasciò sbalordito (forse per l’età) era la sua conoscenza dell’etologia canina, dei bisogni anche emozionali e del well beeing dei cani. Purtroppo non ci capitò più di incontrare quel signore…

Paco e la “dog dance”

Quando Paco era già anzianotto e malato, e iniziavano gli acciacchi, lo portavo a fare fisioterapia, idroterapia, laser, ma gli facevo fare anche “a casa” dei piccoli esercizi per la muscolatura e la flessibilità articolare. Un giorno, durante una passeggiata al Valentino, decisi di fermarmi in quel piccolo piazzale in Viale Marinai D’Italia, dove ci sono le panchine. Un tempo la c’era anche una piccola area cani, poi smantellata purtroppo. Mi fermai a riposare su una panchina, poi iniziai a fare una serie di esercizi di fisioterapia con Paco. Fra questi il fargli avvicinare prima da un lato e poi dall’altro la coda col il muso, poi un po di palestra con il corpo, lo facevo passare sotto le mie gambe. Notai che una intera famiglia con tanto di bambini si erano fermati sulla panchina di fronte alla nostra. Dopo un po mi sono reso conto che, con discrezione e ammirazione, si erano fermati proprio per guardare noi! Quindi mi chiesero: “Fate dog dance?”.

Fu un momento dolceamaro, non sapevo se ridere o piangere. Sorrisi e spiegai loro che era fisioterapia. Mi fece però piacere che quel che stavamo facendo sembrasse una coreografia.

La Julius K9 e le reazioni della gente

Le Julius K9, soprattutto nei primi anni in cui vivevo con Paco, non erano così diffuse come adesso. Ne erano diffuse le patch personalizzare col nome. Erano in uso più che altro a cani “di servizio”, vedi cani guida, cani delle forze dell’ordine.

La prima reazione fu uno spasso. Andavo in area cani con Paco, c’era anche mia sorella Annalisa. Erano i primi anni, periodo in cui Paco era ancora fobico. Un anziano ci fermò e chiese “è un cane da soccorso?”. Io e mia sorella ci guardammo. Rispondemmo che era “da soccorso” nel senso che dovevamo sempre soccorrerlo noi 😂 Andai avanti a ridere per tutto il giorno!

Un giorno, più avanti negli anni, capitò una donna non so se brasiliana, che saputo fosse il giorno del “compleanno” di Paco, gli cantò una meravigliosa canzoncina. Si tratta di una canzone che parla di Paco e che conoscono da quelle parti. Mi piacerebbe tantissimo, se qualcuno la conoscesse, poterla risentire e poterne leggere il testo!

In una occasione successiva, durante un salone del gusto, una coppia di anziani turisti cileni mi si avvicinano e chiedono se fossimo delle forze dell’ordine o se lo fosse il cane. Scoprii poi che il termine PACO da quelle parti indica le loro forze dell’ordine, in particolare i loro Carabinieri, violenti e molto temuti e odiati dal popolo. Li rassicurai che sia io che il cane eravamo innocui e non facevamo parte delle forze dell’ordine.

Paco, vuoi dormire con la mamma?

Mia mamma diverse volte mi disse “qualche volta mi piacerebbe sapere che farebbe Paco se lo lasciassi a dormire con me”. E una sera così facemmo, lo lasciai a dormire a casa di mia mamma, io me ne tornai a casa mia.

La sua convinzione era che andasse in ansia da separazione e avrebbe dovuto riportarmelo o farmi andare a prenderlo…
Era anche preoccupata che, non essendo casa sua, non essendoci il suo divano, la sua brandina, avesse potuto decidere di dormire sul pavimento al freddo. In ogni caso io le ho lasciai un tappetino (con l’idea ci andasse a dormire… Paco… 😂).
In ansia da separazioni finii per andare io, infatti le scrisse due volte in 20 minuti… queste le risposte… penso di non aver mai riso tanto quell’anno! 😂

 

La casa di Paco

Quando adottai Paco iniziai con la scatola di cartone che vedete sulla scarpiera e quella serie di ganci da muro per appendere le sue cose. Poi, non bastando più lo spazio per lui, presi l’armadietto da muro. Che è diventò l’armadietto di Paco. Poi nel corso del tempo presi le scatole del Viridea che usavo per metterci roba di Paco. Poi creai l’angolo di Paco con quelle scatole di plastica e lo riempii tutto completamente.
Un giorno ero al Leroy Merlin e comprai un carrellino da cucina… che subito divento di Paco, ovviamente 😃 Presto realizzai che quella non era casa mia, era casa di Paco! 😂

A tutta coda

A Torino ogni anno al Lingotto si teneva A tutta coda, una fiera che riguardava il mondo degli animali d’affezione; c’erano stand di prodotti per animali così come di centri cinofili, ma anche scuole cinofile e educatori che propongono delle attività. Con Pacone andai nel 2016 e 2017. C’era la SIUA, e ricordo sempre un gioco proposto da Dario Ferrario “Se lasci il cane, ti allontani e lo chiami, pensi che verrà da te?”. Bisognava rispondere pubblicamente a questa domanda, non ero convintissimo dell’esito e quindi risposi “no”. Ma Pacone la pensava diversamente e tornò a me al richiamo. Incontrammo anche la sua oncologa, la dott.sa Tomassone. Conoscemmo anche una educatrice che ci fece una foto buffa.

Trovammo anche lo stand di quella scuola cinofila che mi definiva “palo della luce con le ruote”. Chi aveva conosciuto Paco restò sbalordito di quanto era diventato un bravo cane e senza più paure.

Paco, i bambini e le merende…

Paco è sempre stato un bravissimo cagnolone… molto paziente anche con i bambini, da cui si faceva fare di tutto. Per strada molti bambini e ragazzini ci fermavano, facevano i complimenti a Pacone e chiedevano di poterlo carezzare. In realtà poi lo abbracciavano, ma Paco non si faceva troppi problemi. Paco non era un mangione e non rubava cibo, però con i bambini piccoli che mangiavano poteva fare delle marachelle! Un giorno stavo portando Paco all’area cani dei giardini Firpo, camminando incontrammo un bimbo piccolo accompagnato dalla nonna. Il bambino stava gustandosi la merenda, probabilmente diretto al parchetto giochi dei giardini Braille. Mangiava un panino… e Paco, di punto in bianco, ha strappato di mano il panino al bimbo! Il piccolo si mise a piangere, io volevo sprofondare e non sapevo più come scusarmi, la nonna mi fulminò con lo sguardo…

 

Ladro di coccarde

Nel settembre del 2014 la mia amica Corinna “Aniu” mi disse che, con la sua cagnona dei tempi, Herta, avevano superato la prova CAE-1. Si tratta del test di controllo dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico per cani e padroni buoni cittadini. Quello che oggi verrebbe definito “patentino”.

Mi incuriosii, mi informai, e di punto in bianco e senza alcuna preparazione mi iscrissi anche io alla prova. Avevo lo sfizio di mettere alla prova i risultati ottenuti con Paco. Non mi importava se avessi superato la prova e con che punteggio, al limite avrei riprovato.

Mi iscrissi tramite il Centro Cinofilo Idefix, andai a fare la prova al parco del magnifico Castello di Masino. Fu più facile di quel che pensavo e superammo la prova con un buon punteggio. Pacone si guadagnò una bella coccarda e io l’attestato e il tesserino CAE-1.

Ero contento perché fino a qualche anno prima, con Paco sempre terrorizzato, sarebbe stato impensabile.

Inoltre Pacone partecipavamo sempre alla Tre giorni a sei zampe, evento dedicato ai cani che veniva svolto ogni anno a Torino. All’interno di questa manifestazione c’era sempre una sfilata di meticci, e Pacone otteneva sempre questi attestati. Anche queste erano piccole cose, ma per me erano soddisfazioni!

Torino

Abitavo a Torino, e così per sua fortuna e sfortuna anche Pacone. I primi tempi patì molto la città, soprattutto per i tanti rumori cui non era abituato, per i festeggiamenti di capodanno con i botti, ma all’inizio anche un semplice palloncino che scoppiava poteva terrorizzarlo. Poi grazie ad anni di lavoro superammo questi problemi. Vivere a Torino diventò una gran fortuna, Paco si potè godere gli anni migliori per i cani a Torino perché era già in vigore il regolamento che prevedeva che i cani potessero entrare ovunque compresi mezzi pubblici, c’erano tantissime aree cani comprese quelle che poi hanno tolto, c’erano tantissime iniziative come la Tre giorni a sei zampe e A tutta coda, c’era il parco Michelotti ancora aperto, c’erano parecchi ruscelli con acqua corrente al Giardini Roccioso del Valentino, c’erano tutto sommato pochi controlli dei vigili e quindi mi permettevo anche di portare Paco sciolto.

Con Pacone andavamo in metropolitana, alle aree cani ovviamente, nei parchi urbani, nelle varie piazze alberate o con fontane di Torino ma anche alla stazione, nei negozi e nei locali che a Torino solitamente sono dog friendly.

Dal cane spaventato che era, e che poteva scappare via in qualsiasi momento, Pacone era diventato proprio bravo ad andare al guinzaglio così come a fare passeggiate sciolto ma rimanendo vicino, prestandomi sempre attenzione. Solo più avanti mi sono reso conto che quella di Paco era una performance invidiabile per la maggior parte dei cani.

A Torino poi ci sono i “toret”, le tipiche fontane verdi (…salvo che non vengano colorate da qualcuno per attirare l’attenzione su temi sociali) con la testa di toro. Quindi è facile far bere i cani o rinfrescarli d’estate, come minimo nei parchi urbani, lungo i viali principali e nelle piazze dove spesso sono presenti queste fontane.

Portavo Paco anche con me in ufficio, mi è capitato di portarlo da diversi clienti quando ero un libero professionista e tutti gli facevano i complimenti per come era discreto e educato.

Paco Europa

Un’altra bellissima meta con Paco era il Parco Europa, un parco urbano a Cavoretto, sulla collina torinese. Un parco panoramico, dove si può ammirare tutta la città ma nel contempo stare in mezzo al verde.

Il Parco Europa era uno dei posti dove portavo Paco durante la chemio, affinché si rinfrancasse dalle terapie, si riposasse, potesse annusare in giro, giochicchiare con la pallina.

Splash!

Mi resi conto subito che Pacone adorava l’acqua, già dalla prima volta che lo portai a fare una escursione in mezzo alla natura nel 2010.

Anche la volta che lo portammo a Salbertrand, appena mi avvicinai al piccolo lago della Ghiacciaia (e assicuro che mai nome sarebbe più adatto), nonostante la temperatura dell’acqua entrò subito a sguazzare e nuotare!

Vista questa sua attitudine, iniziai a portare Paco al Lago Piccolo di Avigliana e alle Cascate di Novalesa. Al Lago spesso si faceva una nuotata.

Andammo anche diverse volte al Centro 4 Zampe Pancalieri, che ha una magnifica piscina per cani, dove Pacone poteva divertirsi a nuotare in sicurezza… e in acqua pulita…

Lilla

Lilla era la nostra gatta di famiglia; era in realtà la gatta dei nonni, che però non la vollero tenere, così nostro padre la portò a casa da noi. E nonostante vari sconvolgimenti familiari e abitativi, visse con noi per ben 17 anni.

Paco era amico dei gatti, avrebbe voluto conoscerla, di fatto la vidde qualche volta che andai con lui a trovare mia sorella. Purtroppo Lilla ai cani non era proprio abituata e faceva ben a meno di incontrarli. Ne ho fatto accenno in alcune storie su Paco, così non potevo non parlarne e ricordare con affetto anche lei.

 

Pacone social

Oggi ci sono veri e propri cani influencer e chiunque abbia un cane gli apre una pagina Facebook o un canale Instagram. Un tempo non era così, eravamo veramente in pochi, in Italia quasi nessuno. Decisi di aprire a Pacone una sua pagina Facebook, dove mi divertivo a farlo parlare in prima persona!

Anche la sua grande amica Laretta aveva una pagina Facebook, e anche lei parlava in prima persona! Tant’è che iniziammo anche a far parlare i cani fra di loro anche su Facebook.

Le pagine Facebook di Paco e Lara esistono ancora, in loro ricordo.

Ball is life

Pacone quando lo adottai non giocava. Non era interessato agli oggetti, ai giochi per cani in particolare, più che altro perché non li conosceva: non ne aveva mai avuti 🙁 E come tutti i cani del canile, l’unica cosa che faceva era strappare la stoffa. Questo è tipico dei cani dei canili, perché l’unica cosa che conoscono sono stracci e copertine che vengono buttati loro per ripararsi dal freddo in inverno. E che, per noia, fanno a brandelli. Anche Pacone faceva qualche danno, sbrindellava la sua brandina e poi il divano (e i miei vestiti, sigh…) ma recuperammo velocemente il tempo perso. Iniziai a dargli ossetti, Kong e poi palline.

Le palline divennero la sua passione; quando lo portavo in area cani o al Valentino era d’obbligo portarsi dietro una pallina… anche perché, diversamente, ne avrebbe rubata una a qualche altro malcapitato cane! Potevo andare avanti ore a lanciare la pallina a Paco e lui, a modo suo, l’avrebbe riportata. Certo non la riportava stile border collie, più che altro la mollava in giro e bisognava andarla a riprendere, ma lui non aspettava altro che gli venisse lanciata ancora e ancora!

Gli comprai molte palline, di ogni forma, colore e dimensione, con e senza squeak. Un giorno gli portai una pallina da tennis gigante, la chiamai la pallinona. Paco era felice come una Pasqua!

Come spesso facevo, un giorno andai a trovare mia sorella a casa sua. Il suo compagno dell’epoca iniziò a fare esercizi con una palla da pilates… quella fu una rivelazione. Paco la vidde e iniziò a cercare di prenderla (non importava fosse più grande di lui!), spingerla per casa e pure montarla.

Tant’è che poi gli comprai una sua palla da pilates personale, con cui ci si divertiva molto!

In seguito scoprii che quelle palle, oltre che per fare esercizi, sono proprio usate per uno sport cinofilo: il Treibball! Una sorta di surrogato dello Sheepdog, dove ci sono le palle da pilates anziché le pecore.

I cani odiano andare dal veterinario?

Generalmente si, i cani odiano andare dal veterinario, ma direi che Paco era l’eccezione che confermava la regola! La bravissima dottoressa Simona Toscano è stata la veterinaria prima di Lilla la gattina di famiglia e poi di Paco.

Con competenza, impegno, umanità e soprattutto pazienza ha sempre seguito Pacone. Per qualsiasi cosa lei si è sempre fatta in quattro per suggerire un collega specializzato, una clinica, o per cercare di risolvere qualche problema a Paco.

Paco era molto affezionato a Simona; ogni volta che passavamo davanti al suo studio, si infilava dentro e tirava a tutta forza perché doveva entrare. Il bello è che lo studio era di passaggio per andare al Valentino e per tornare a casa, quindi ci passavamo di continuo!

Povera Simona, santa pazienza! Il bello è che ci rimaneva male se l’ambulatorio era chiuso, per Paco era qualcosa di inconcepibile che Simona chiudesse! Se la serranda era abbassata, lui annusava tutto per bene, prima una serranda poi l’altra poi guardava me come a dire “aiutami a risolvere questo problema”.

A Simona andrà sempre tutta la mia gratitudine e riconoscenza!