Dai primi giorni avevo iniziato a portare fuori Paco allungando gradualmente le distanze da casa. Ero finalmente riuscito a portarlo in un’area cani, quella del Giardino Luigi Firpo. Col “senno di poi” e con le mie attuali competenze cinofile so che le aree cani non sempre sono il preludio di esperienze positive per cani e proprietari, ma all’epoca mi sembrava di poter realizzare un sogno! Sarebbe stato piacevole vedere Paco socializzare con altri cani, ma confesso che sarei stato anche io felice di socializzare con altre persone con interessi in comune.
Paco si è sempre mostrato amichevole con altri cani, anche maschi, cosa che spesso stupiva positivamente altri proprietari di cani. Con le femmine era un vero Don Giovanni. Erano tutte sue, anche se aveva le sue preferenze: per le labrador aveva un debole, per le CLC stravedeva ma anche le pastoresse tedesche non le disdegnava affatto!
Iniziava tutto con una annusata alle parti posteriori e poi piano piano si passava ai bacini dietro le orecchie, alle “nasate” sulla schiena… ovviamente questo era il preludio alla monta, cosa che purtroppo per lui ho sempre dovuto impedire onde evitare cucciolate non previste. Oppure tutto si concludeva con qualche abbaiata o qualche morso da parte della femmina, un due di picche canino insomma 🙂
Il suo primo bauamico lo ricordo sempre, è stato Lump, che ancora mi è capitato di incontrare qualche volta dopo che è mancato Paco. Un Jack Russel, all’epoca era un cucciolotto.
Nell’area cani conoscemmo anche due dog sitter, abituè dell’area cani di Via Muratori: Margherita e Silvia. Quando c’erano loro, dal momento che Paco era un cane buono e socievole, ci permettevano di entrare con i loro cani e quelli dei loro clienti. Questo fu d’aiuto a Paco anche per quanto riguarda le fobie, seppur trovarci in area cani mentre stava per iniziare un temporale o nel periodo dei botti poteva diventare difficile. D’altra parte in città, con tutti i rumori che in qualsiasi momento potevano spaventarlo e indurlo alla fuga, non c’erano molti altri posti in cui potevo lasciarlo sciolto in sicurezza.
L’area cani era diventata anche un rendez-vous, un punto d’incontro con altri amici cane-muniti o con parenti. “Dove sei?” “In area cani con Paco, vieni anche tu?”. “Dove ci troviamo?” “In area cani!”. E con mia sorella arrivammo al punto di fare manutenzione di quell’area cani, visto che alla Circoscrizione non importava. Ci occupavamo, di nostra iniziativa e a nostre spese di riparare recinzioni, chiavistelli e cancelli. D’altra parte lo facevamo anche per Pacone: era importante che, anche se si fosse spaventato, non potesse scappare.
Eravamo felici, passavamo il tempo anche se soli, a Paco bastava una pallina. Gli lanciavo la pallina e lui me riportava, andavamo avanti così anche per un’ora.