Avevo sempre avuto una idiosincrasia per le automobili. Fino al 2012 avevo evitato anche di prendere la patente. Lavoravo da una quindicina d’anni e fino ad allora me la ero cavata con passaggi da parte dei colleghi, treni, autobus.
Mi rendevo conto però di aver adottato un cane che adorava viaggiare in auto. Che adorava le automobili. Nei parcheggi le annusava tutte, cercando quelle che potessero essere a lui familiari. Riconosceva anche i modelli di auto in cui lui aveva viaggiato. Annusava per bene le maniglie, forse per capire chi vi avesse viaggiato. I parcheggi per lui erano una pacchia. Una volta passammo vicino a un’auto il cui proprietario stava aprendo il bagagliaio in quel momento. Paco senza esitare ci saltò dentro.
Ma con Paco l’auto non era solo un vezzo: talvolta c’era necessità di portarlo via dalla città, ad esempio nel periodo di capodanno o il giorno dalla festa di San Giovanni. Era necessario evitargli i botti e i conseguenti traumi, altrimenti ogni volta avremmo fatto passi indietro. C’era la necessità di portarlo presso il centro cinofilo o la figura professionale che di volta in volta ci seguiva per i vari problemi.
Decisi di iscrivermi a scuola guida. Ci sarebbe da scrivere un libro solo su come ho preso la patente e sulle inusitate difficoltà che ho avuto, dovetti dovuto persino cambiare scuola guida. Ero motivato unicamente da Paco e dal fatto che mia sorella mi aiutò a comprare un’auto. Trovammo un Renault Kangoo rosso, in versione van. Persino 4×4.
Attrezzai l’auto per renderla comoda e sicura per Pacone e per portare assieme a lui eventuali bauamici. Esternamente la decorai con delle piccole impronte. Delle automobili non mi era mai importato nulla, eppure ero felicissimo di avere auto e patente: potevo andare ovunque, ma soprattutto potevo portare Paco con me ovunque!